giovedì 31 marzo 2011

Sfogliata leggera al mais con crema di carciofi (o: De Trigliceridibus)

piadina mais crema carciofi2

fiorellini piada crema carciofi1fiorellini di piadina con crema carciofi

Amo i siti (e i blog) dove posso trovare cucina sana, leggera e saporita. Ammetto di restare affascinata quando vedo creazioni eccezionali, torte superlative e quant'altro....ma non so voi, io non me lo posso permettere se non mooolto raramente! Causa "trippettine" in via di smaltimento che non vorrei recuperare troppo in fretta :-) Ammetto anche però che: non me lo VOGLIO permettere.....perchè trippettine a parte, alle quali tutto sommato "voglio bene", sono soprattutto affezionata ai miei trigliceridi bassi, diciamo così :))
Unica consolazione (stavo per dire: "magra consolazione", ma visto che qui di magro c'è ben poco, suona male perfino alle orecchie della consolazione), dicevo: unica consolazione, il medico che mi si complimenta per avere un colesterolo più basso di un bambino medio dell'età moderna..... Embè, che dite, si festeggia a colpi di tiramisù? :)
A proposito di calorie.
Un'amica internauta, fine pasticcera (la Susy della Chiffon Cake ) sostiene che mica bisogna mangiarsele necessariamente, le creazioni....la soddisfazione sta nel "creare", insomma sembrerebbe un godimento l'atto creativo in sè e per sè...
Mah, sarà....non nego, eh, l'enorme soddisfazione nel vedere come elementi di materia bruta diventino meravigliose consistenze e sublimi accostamenti. Ma per come vedo io le cose direi che appoggio maggiormente la versione (naturalmente a luci rosse) di Ulissina, altra amica internauta, per la quale una creazione culinaria non goduta è un po' come....eh beh, avete capito cosa.
Se cucino, devo godere i frutti del mio lavoro.
Certo, senza esagerare, una tantum, si può fare una di quelle "porcate" goduriose piene di grassi saturi o di zuccheri raffinati che sussurrano suadenti "màgname...màgname..."...

La sfida di questo blog, che è in sostanza il diario della mia normale alimentazione, è soprattutto quella di mostrare che si può mangiare leggero e decisamente salutare senza fare cibo "di seconda classe", anzi! Ma come? Semplicemente cambiando un pochino la "cultura" alimentare. Un po' come oggi, leggendo Artusi, pensiamo che siano ricette mediamente troppo grasse, oleose, ricche. E pesanti, spesso anche difficili per il nostro gusto, che col tempo si è abituato a sapori meno "unti".
E ogni tanto concedendosi uno sgarro come si deve! Aòòòò!

Guardando la variazione di Chicchi alle mie piadinette light sono rimasta folgorata: altro che variazione, buooooone queste sfoglie di mais! Le dovevo rifare...ma io ho un po' di fastidio con il lievito, quindi dove posso evitarlo, lo evito.
E poi volevo un ripieno decisamente light....ecco qui! La crema di carciofi è un ottimo condimento per la pasta, ovviamente, e può essere un ripieno meraviglioso per i cannelloni, e quant'altro la fantasia vi possa suggerire! Tra l'altro avevo dei carciofi bio, non trattati e tenerissimi (ancora coi loro pidocchietti dentro, per cui è stato necessario lavarli molto accuratamente: da quanto tempo non vedevo dei carciofi con i loro insettuzzi dentro? io ODIO gli insetti, ma AMO il cibo naturale e poco "in-chimicato"....non so voi. Non solo la salute ci guadagna, ma anche il gusto, provare per credere..). Le noci ...lo sapete quanto facciano bene, vero?
Nelle foto sopra vedete le sfogliette anche in versione finger-food.

INGREDIENTI per la SFOGLIA:

100 gr farina di mais (per polenta istantanea)
50 gr farina bianca
acqua

Mescolare gli ingredienti con sufficiente acqua tanto da creare una pastella simile a quella usata per le crèpes, piuttosto liquida ma ancora cremosa.
Scaldate una padella antiaderente, meglio se piatta e adatta per le crèpes, e versate una mestolata o due di pastella. Girate sopra con un cucchiaio e, quando la sfoglia inizierà a staccarsi da sola, rigiratela con l'aiuto di una spatola di legno piatta. In tutto cuocete un paio di minuti per ogni lato.

INGREDIENTI per la CREMA DI CARCIOFI:
(dosi abbondanti per due piadine + condimento per pasta per due persone)

4 carciofi medi appena sbollentati
2 spicchi di aglio
2 cucchiai di parmigiano o lievito in scaglie
40 gr di noci
qualche cucchiaio di latte ( o latte di soia)
1 cucchiaino di maggiorana
2 cucchiai di olio

Mettete nel mixer tutti gli ingredienti tranne il parmigiano (se lo frullate, tenderà a fare "malloppo" scaldandosi). Il latte vi consente di usare meno olio. Frullate finchè non risulterà una crema morbida. Aggiungete il formaggio a questo punto.

Riempite le sfoglie e....buon appetito!

piadina mais crema carciofi
ps. se desiderate la versione finger-food, tagliate la sfoglia possibilmente quando è ancora calda (se no vi risulterà difficile) con un tagliabiscotti (io ho usato una forma ad alberello), sopra mettete una noce di crema di carciofi e in cima un po' di salsa mediorientale.

Con questa ricetta partecipo al concorso indetto da Atmosfera Italiana, utilizzando le graziosissime ciotoline nere che vedete sopra nelle foto piccole, adatte per la presentazione di piatti finger food

I pancakes light

pancakes del moroso

La ricetta di oggi non è mia, ma mi e' stata preparata da una persona che una volta conoscevo... Quando lavoravo cucinando sugli yacht, qualcuno diceva ai miei coinquilini "chissà come mangiate bene, beati!", e quelli rispondevano "Il calzolaio va con le scarpe rotte, si sa..."... Poi, di fronte al mio sopracciglio inarcato, si affrettavano ad aggiungere "Il fatto è che lei per lavoro fa ricette consolidate, a casa invece sperimenta....soprattutto quando invita amici a casa, sperimenta....cioè si inventa ricette nuove....il 90% delle volte viene tutto bene, ma qualche volta...beh...meno bene!"  :D
Tutto vero: io quando ho ospiti a pranzo o a cena, amici insomma, non mi limito a fare una ricetta che SO che mi viene bene, non c'è gusto! Insomma, devo divertirmi anche io, no? :-) quindi spessissimo invito a cena gli amici per fare da cavie...ehr....amici, vi ringrazio pubblicamente della disponibilità! :D
Comunque: la settimana scorsa sono andata sul sicuro :-))) resi solo leggermente làit....vi do la ricetta


INGREDIENTI:

250 gr farina
1 cucchiaio e mezzo di zucchero integrale mascobado (1 cucchiaio solo se usate zucchero di canna, ma io vi consiglio caldamente di usare questo meraviglioso zucchero polveroso e scuro dal sapore caramellato)
2 cucchiaini di lievito in polvere
mezzo cucchiaino di sale
2 uova
250 ml di latte (usato latte di soia)

Sbattere i bianchi d'uovo a neve ferma. In un altro contenitore mescolare leggermente i tuorli e aggiungere il latte; aggiungere tutti gli altri ingredienti e mescolare cercando di eliminare i grumi. Scaldare una padella antiaderente e mettere una cucchiaiata di composto. Non stendetela come per fare le crèpe, qui la cucchiaiata dovrà restare un po' "panciuta" , come il palmo di una mano, e non sottile e "spiattellata"....Fate cuocere qualche minuto (più di 2, meno di 5.....dipende) finchè non farà i classici "buchi" che vedere nella foto e finchè non sarà facile insinuare, sotto il pancake, una spatolina di legno che vi permetterà di rivoltolarlo. Giratelo e questa volta tenetelo a cuocere, dall'altro lato, solo pochi secondi. E' pronto! Avrete un pancake che da un lato è piatto, liscio e ben cotto, e dall'altro avrete la classica forma bucherellata (non temete di mangiarlo crudo, è cotto ugualmente!). Ottimo con un velo di miele di buona qualità, ma si sposa bene anche coi salati (qui ho usato sia burro e salmone affumicato che miele che marmellata....slurrpp!!!)

mercoledì 30 marzo 2011

Gnocchetti di spinaci all'affettato veg e funghi profumati di timo e noce moscata

gnocchetti spinaci

Sono una appassionata di gnocchetti, si sa. La pasta mi fa un baffo, ma lo gnocchetto mi seduce.
Pare che gli gnocchi con le patate abbiano cominciato ad avere un certo successo nel nostro paese dopo il 1880 - prima c'era diffidenza verso un alimento cresciuto sottoterra...e anche io nutro una certa diffidenza verso un alimento così ricco di calorie, vista la pseudo-dieta! :-)  E al di là delle calorie, c'è da dire che preferisco da sempre uno gnocchetto che mantenga intatto o quasi tutto il sapore della verdura.
Mi hanno incuriosita gli zanzarelli, una versione di gnocchetti antica, fatti con la farina di mandorle, quindi sarà una delle prossime ricette sul blog....è una minaccia.

Avevo visto gli ottimi gnocchetti di Chicchi, con la polvere di spinaci. E da lei pure avevo preso l'ispirazione per il condimento a base di champignons a cui certo non avrei pensato, e invece è un buon abbinamento con lo gnocco! Beh, io la polvere di spinaci non sapevo dove reperirla, e in ogni caso avevo comprato lo spinacio intero, quindi intero è stato usato. Buoni...! la foto è quella che è perchè ero fuori casa a cucinare per amici e avevo scordato la memory card...quindi abbiamo usato una compattina. In effetti per quanto riguarda il condimento, ormai ho scoperto l affettato veg....Chicchi usa lo speck ma l affettato veg e' ottimo e molto adatto a questo piatto che ha il suo perchè!
Ieri gli gnocchetti sono stati accompagnati da un'ottima birra belga, la Ciney....slurrrp!

Dosi: per 4 persone

INGREDIENTI:

500 gr spinaci
400 gr farina
300 gr champignon
200 gr affettato veg
2 uova (se è grande ne basterà uno)
1 carota
1 pezzo di sedano
1/2 cipolla piccola
formaggio grattuggiato a piacere
1 cucchiaio di noce moscata 
1 cucchiaino di timo(o di erbe provenzali: timo, rosmarino, salvia, maggiorana)

Far cuocere gli spinaci in una pentola coperta, senza aggiungere acqua - in questo modo non perderanno sapore (non fateli bollire!) e non sarà così difficile strizzarli. Ci vorranno pochi minuti, una decina... Poi strizzateli il meglio possibile. Tagliuzzateli con il coltello in modo grossolano. Mescolate insieme agli spinaci la farina e le uova. Impastate bene. Se gradite aggiungete un pizzico di sale.
Soffriggete la cipolla, la carota e il sedano tagliati a dadini piccoli con un cucchiaio di olio e qualche cucchiaio di acqua. Nel frattempo riducete gli champignons a dadini piccoli e il prosciutto crudo a listarelle. Aggiungete al soffritto il prosciutto e fatelo rosolare leggermente, dopo un paio di minuti aggiungete gli champignons. Fate cuocere un quarto d'ora, i funghi rilasceranno acqua e forniranno un buon sughetto che vi consentirà di risparmiare sulla parte grassa del condimento! 
Fate bollire l'acqua, salatela molto poco (il prosciutto è salato), e buttatevi gli gnocchetti che avrete fatto nel frattempo, infarinandovi le mani leggermente. Aggiungete al sughetto una abbondante grattata di noce moscata (1 cucchiaio circa) e 1 cucchiaino di timo o di erbe provenzali. Buon appetito!

domenica 27 marzo 2011

Cottage Pie (Polly style) vegan e la nascita della cucina inglese

cottage pie

C'era una volta, alcune centinaia di anni fa, un pastorello francese, lo chiameremo Jacques. Un giorno Jacques portò a pascolare le sue pecore, ma durante il pascolo perse di vista una di esse....dove era finita? Jacques non si diede per vinto e cominciò a cercare in lungo e in largo la sua pecorella smarrita. Mentre la cercava, scoppiò un tremendo temporale, e lui dovette cercare rifugio dentro una grotta, dove rimase finchè i fulmini non cessarono di cadere. La mattina all'alba riprese la via di casa, ritrovò la sua pecorella e fu molto contento. Un paio di mesi dopo si accorse di non avere più con sè la sua bisaccia di cuoio, dentro alla quale teneva sempre un po' di latte di pecora per le emergenze: si ricordò allora di averla lasciata dentro alla grotta in cui si era rifugiato quella notte di tregenda...Tornò allora alla grotta e, dentro alla bisaccia, scoprì che si era formato del delizioso Roquefort. Jacques lo assaggiò, lo trovò buonissimo. Era nata la cucina francese....

Più o meno contemporaneamente, alcune centinaia di anni fa, c'era un pastorello in Inghilterra, lo chiameremo John. Un giorno John portò a pascolare le sue mucche, ma durante il pascolo perse di vista una di esse...dove era finita? John non si diede per vinto e cominciò a cercare in lungo e in largo la sua mucchina smarrita. Mentre la cercava, scoppiò un tremendo temporale, e lui dovette cercare rifugio dentro una grotta, dove rimase finchè i fulmini non cessarono di cadere.
La mattina all'alba riprese la via di casa, ritrovò la sua mucca e fu molto contento. Un paio di mesi dopo si accorse di non avere più con sè la sua bisaccia di cuoio, dentro la quale teneva sempre un po' di latte di mucca per le emergenze: si ricordò allora di averla lasciata dentro alla grotta in cui si era rifugiato quella notte di tregenda...Tornò allora alla grotta e, dentro alla bisaccia, scoprì che si era formato del delizioso Stilton. John buttò via il formaggio, fece bollire la bisaccia per circa tre ore e la mangiò. Era nata la cucina inglese....


Detto questo......tornata da Londra, ve la dovevo una ricetta classica inglese! L'originale della Cottage Pie non era tradizionalmente fatta con le patate schiacciate, ma con fettine di patate assemblate una sopra l'altra in modo che assomigliassero alle tegole di un tetto (il tetto di un....cottage). Oggi però si fa normalmente con una sorta di purè. Ne esistono molte versioni diverse, con diverse proporzioni di ingredienti, con o senza il formaggio sopra, con più o con meno pomodoro (anche fresco) in mezzo alla carne. In ogni caso, trattasi di un composto di carne macinata ricoperto da patate - piatto nato per riciclare gli avanzi di arrosti, cosa che ovviamente potete fare anche voi. Originariamente si chiamava Shepherd's Pie (la torta del pastore), oggi si tende a chiamarla Cottage Pie se fatta con il manzo al posto dell'agnello (come a dire: il VERO pastore ha solo pecore, mica mucche....mah, e John dove lo mettiamo??).

Questa versione è veramente....deliziosa, non dimenticate le erbette perchè sono fantastiche... e non è preparata con la bisaccia....

cottage pie 1

INGREDIENTI:

400-500 gr granulare di soia

2 cipolle (io ne ho messe 4 ma le adoro...ehr)
2 spicchi di aglio
4 carote
35-40 gr funghi secchi (io ho usato le trombette dei morti, benissimo i porcini. la ricetta originale parla di 100-120 gr di funghi freschi)
300 gr passata di pomodoro
1 cucchiaio di aghi di rosmarino (facoltativo)
mezzo bicchiere di vino rosso (facoltativo)
1 cucchiaio di dragoncello
2 foglie di alloro
1 cucchiaio di farina
mezzo bicchiere di acqua

Per la copertura:



550 gr di patate
80 gr latte di soia
15 gr burro di soia (non idrogenato)
lievito alimentare in scaglie mescolato con uguale quantita' di polvere di mandorle (o formaggio grattuggiato a piacere (il cheddar da ricetta originale))


Con queste dosi ho fatto 6 cocottine individuali (ne andranno via un paio a testa!)

Fate rosolare in padella le cipolle a cubettini, l'aglio tritato e le carote tritate, con qualche cucchiaio di acqua. Dopo pochi minuti aggiungete la soia reidratata come da istruzioni, il vino, alloro e rosmarino. Fate cuocere a secco finchè la soia non è diventata un po' cotta e colorata. Aggiungete i funghi (io li ho messi secchi, senza farli rinvenire prima) e la passata di pomodoro con circa mezzo bicchiere d'acqua, il cucchiaio di farina e mescolate bene, poi coprite e fate cuocere una decina di minuti. Aggiungete poi  il dragoncello e fate asciugare mescolando ancora un paio di minuti. Spegnete a composto asciutto.
Nel frattempo avrete fatto bollire le patate. Sbucciatele e schiacciatele con una forchetta insieme al latte e al burro (se gradite, aggiungete sale e pepe).
Mettete il composto di soia dentro una teglia (o, come me, dentro delle cocottine individuali). Ricoprite con le patate schiacciate e rigate la superficie con una forchetta. Se gradite, cospargete la superficie di lievito alimentare in scaglie mescolato a polvere di mandorle (50%) o se  mangiate il formaggio, con cheddar grattuggiato o  parmigiano (non tutte le versioni di Cottage Pie hanno il formaggio sopra). Infornate a calore medio per una mezz'ora. Buon appetito!

cottage pie2





 

venerdì 25 marzo 2011

Salsine saporite al sesamo

2salsine

La salsa di tahin (ormai come sapete si tratta di semi di sesamo frullati fino ad ottenere una crema) con yogurt, aglio e limone è una ricetta classica di tutto il Medio Oriente: chi dice che è una ricetta saudita, chi dice che è libanese, chi dice che è israeliana e chi più ne ha più ne metta.... Io personalmente l'ho imparata da una ragazza israeliana durante un viaggio in cui organizzammo una cena tra "foresti", io preparai il mio delizioso hummus (che pure in Turchia mi dissero che era semplicemente perfetto...eggià che non è difficile eh, però c'è chi lo fa senza yogurt, e c'è poco da dire....senza yogurt non è hummus! ma sto divagando...) e lei questa salsina da mangiare come antipasto, spalmata a cucchiaini su pezzetti di pane arabo o tostato.
Questa salsa (dalla consistenza molto densa) al tahin è DELIZIOSA, io quando l'ho scoperta me ne sono mangiata un vasetto intero così, senza pane e senza niente, semplicemente a cucchiaiate... L'amica israeliana la preparò senza aglio, ma la ricetta originale lo prevede...ottima in entrambi i casi, manco a dirlo!

L'altra salsa è una mia invenzione, semplicissima eh...tanto lo sapete che mi piacciono le salsine a base di capperi, quindi niente di trascendentale.

Le potete servire con quello che vi pare!



INGREDIENTI:



Per la salsa mediorientale:

1 tazza di yogurt bianco di soya (più compatto è, meglio è)
6 cucchiai di tahin (negozietti etnici!)
1 spicchio di aglio (facoltativo)
3 o 4 cucchiai di succo di limone fresco 
sale a piacere (poco per non uccidere il gusto però!)

Frullate l'aglio se avete deciso di metterlo. Mescolate tutti gli altri ingredienti, aumentando leggermente il limone se vi piace. Potete variare le proporzioni di yogurt e tahin a piacere... L'importante è mescolare tutto finchè non diventa una crema densa, morbida, "cotonosa"... e assolutamente non liquida

Per la salsa ai capperi:

2 tazzine di capperi in salamoia
2 spicchi di aglio
1 tazza di yogurt (di soya )
1 pizzico di aneto (se lo avete)
1 cucchiaio di tahin

Frullate i capperi con l'aglio, aggiungete poi gli altri ingredienti e mescolate.

domenica 20 marzo 2011

Chapati..."crépettate", ovvero piadine senza grassi con tahin e miele

chapati o gallettes2

chapati o gallettes bretoni

Andrò qualche giorno a Venezia, non solo perchè è il posto che preferisco al mondo, ma per incontrare una amica di Toronto conosciuta grazie al circuito couchsurfing due anni fa, un bellissimo incontro. Incredibilmente torna in Italia e avendomi proposto di incontrarci, ovviamente ne approfitto per vederla nella città più meravigliosa della terra. E così prima di partire vi lascio una ricettina da colazione festiva...come potete vedere dalla foto. ADORO le colazioni...ho iniziato ad adorarle coi primi viaggi all'estero. Ricordo una meravigliosa colazione in Germania, durante IL viaggio post-diploma, durante una breve tappa ospite della zia del fidanzato tedesco di un'amica. La quale zia ci fece trovare, la mattina, un tavolino imbandito di ogni ben di dio salato e dolce nel giardinetto dietro casa. Un paradiso!!!
Da allora, ho cercato di ricrearlo nel giardinetto di una casa al mare ai Piani di Invrea che la mia famiglia affittava, dove invitavo amiche e amici, e dove il tavolo della colazione sanciva il momento "clou" della giornata gastronomica! :)) (do you remember??)
Ecco qui la colazione degli ultimi giorni - il salato questa volta manca, ma è stato degnamente sostituito da un ottimo tahin (crema di sesamo) portato dal moroso dall'Arabia Saudita. Il tahin è facilissimamente recuperabile in qualsiasi negozietto di alimentari etnici (arabo preferibilmente, ma nella mia città si trova anche nei supermercatini cinesi). E' ingrediente indispensabile per l'hummus, e anche per una salsa meravigliosa a base di yogurt e limone tipica della cucina israeliana, ma ve lo racconto un'altra volta. Qui è reso dolce dalla mescolanza con un buon miele.
Il chapati è un pane indiano privo di lievito - la cosa più semplice al mondo da fare: farina, acqua, impastare e stendere, e cuocere in padella pochi minuti. Qui è "crépettato" ovvero reso liquido simile a una crépe.

Ovviamente le chapati crépettate potete usarle come specie di simil-piadine light (io le uso spesso), senza grassi, o come pane, o per altre preparazioni salate. Anche la crema di sesamo e miele potete usarla per altre preparazioni dolci ....a voi la fantasia!


INGREDIENTI:

circa 300 gr di farina integrale (o metà integrale e metà bianca) (se avete farina di grano saraceno, mettetene circa 100 gr e 200 di bianca)
acqua q.b. (o latte q.b.)
1 pizzico di sale (facoltativo)

Non metto la quantità di acqua perchè.....io uso due metodi per fare il chapati.
Metodo 1: tradizionale, ovvero: si usa poca acqua, appena appena per riuscire a impastare la farina in una pallotta, un po' come se si dovesse fare la pizza, poi si stende sottile con un mattarello. La si mette in una padella (meglio se da crépe, e comunque antiaderente) già calda e la si cuoce a fuoco basso, girandola ogni tanto. Cuoce in pochissimi minuti.
Metodo 2: "crepettato", che consente di usare meno farina e di ottenere delle "chapati crepettate" molto sottili. E' il metodo usato per fare le chapati che vedete nelle foto sopra e sotto. Ovvero: mescolate alla farina MOLTA acqua (in questo secondo caso è ancora meglio il latte dell'acqua, io in questo caso ho usato quello di soia perchè è quello che gira in casa mia), fino a ottenere una pastella liquidosa, simile a quella che fate quando preparate le crépes. Versatene una mestolata nella padella di cui sopra, già calda, e cuocete a fuoco basso. La "crèpe chapasizzata" (ehm...) si staccherà da sola quando sarà pronta, comunque aiutatevi con un mestolo piatto di legno e rivoltatela per finire di cuocerla. Vedrete che la seconda che farete vi verrà già molto meglio e insistete ;))

Per la cremina di tahin e miele:
La vedete nella salsierina bianca nella foto.....è molto semplice! prendete il tahin e mescolatene 2 cucchiai in una ciotola con 1 cucchiaio di miele...e spalmate. E godete. Mugolio libero. Reiterato "yumm" consentito.
Se volete, potete anche provare ad aggiungere una punta di yogurt bianco alla crema.
Ps. vietato usare una marca di miele industriale che si compra al supermercato la cui marca inizia per A.....è a dir poco disgustoso....vi rovinerebbe la colazione.

chapati o gallettes1

sabato 19 marzo 2011

Almond Layer Cake - torta di mandorle a strati (senza burro e senza panna!)

almond layer3
almond layer

Prima ricetta del libro "microfilmato" a mo' di agente segreto a Londra... Volevo fare in realtà una ricetta tipica genovese ma mi mancava la pasta di mandorle e non avevo voglia di farla (quindi toccherà farla in futuro CHE PECCATO....eh...!); poi ho optato per la ricetta della ricciolina di Artusi - ma al mio moroso non piacciono le crostate (anche se sono certa che quella gli sarebbe piaciuta quindi la farò prossimamente). Volevo fare la Simnel ma stesso discorso, mi manca la pasta di mandorle e poi voglio farla per Pasqua.... Alla fine, visto che ho notato che del tutto inconsciamente stavo andando a cercami ricette che avessero le mandorle.....beh scelta obbligata.
Scusate ma le foto sono quel che sono perchè la torta grande verrà assemblata domani a casa della suocera, oggi ci siamo accontentati di un assaggino nello stampo da muffin/cuoricino che è venuto un po' frettoloso e...sbilenco! domani se riesco faccio la foto alla torta rettangolare e aggiorno il post.

E' una torta bonizzima per realizzare la quale potete scegliere di seguire la ricetta originale in inglese o seguire i miei suggerimenti. Ed è pure leggera a mio avviso dato che non contiene quantità indecenti di burro, panna o mascarpone...io quando vedo ricette troppo grasse, non so, mi viene automaticamente da pensare a questo post qui in cui vi ho confessato la mia tendenza all'arterio o peggio.  Insomma, i segni ci sono tutti da tempo, quindi la situazione va tenuta sotto controllo...! non credevo che l'arterio si manifestasse prima dei 40 anni (anche se POCO prima, ok ok.....che pignoleria :D ) ma si vede che io sono un caso eccezionale.
Per il mio 40esimo compleanno regalatemi una bella spilla con su scritto il mio indirizzo di casa, please.

Non vi sto manco a dire che la quantità di zucchero che io ho usato è nettamente inferiore, e già così è di una dolcezza ....vi suggerisco quindi di non usare le dosi originariamente presenti sulla ricetta di cui lascio anche il microfilm....ehm la fotina. Naturalmente ci sono delle variazioni tecniche, per es. la self raising flower si sostituisce con farina cui viene aggiunto, ogni 100 gr di farina, 1 cucchiaino di polvere lievitante e 1 pizzico di sale.
 Io ho usato zucchero integrale di canna, quello che uso sempre di solito - il mascobado. E' molto scuro e quindi rende scura sia la pasta sia la crema - che nella ricetta originale è di colore bianco e qui ha un bel colorino che fa pensare a una mousse al caffè più che altro, anche se di caffè manco l'ombra. Visto che io spesso faccio più attenzione alla "salute" che ai colori, preferisco quando possibile (e qui è possibile) usare lo zucchero integrale, ok ok è assolutamente opinabile che sia più "sano" di quello bianco, però....! diciamolo, mi piace da morire l'aroma, ormai lo zucchero bianco "mi sa di gnente", ecco l'ho detto :) e in alcune ricette è ok che sappia di gnente perchè deve dolcificare e stop, per il resto deve essere invisibboli, ma in questa cremina fatta di soli albumi d'uovo ci sta benissimo uno zucchero più "di carattere", eccome se ci sta. Ci sta anche se (o: proprio perchè'!) sa leggermente di caramello quindi per alcune ricette è più indicato che per altre. Qui sta bene assaie, senza raggiungere i livelli eccelsi di bontà che raggiunge con la tarte tatin o tutti i dolci con le mele. Resta il fatto che nella ricetta originale c'è zucchero bianco, quindi fate la vostra scelta.
Io ho usato uno stampo da plum cake per fare la ricetta nella forma originale, a strati e rettangolare, e poi due mini stampini a cuore per l'assaggio... :))

almond layer cake


INGREDIENTI:

4 uova
100 gr zucchero integrale
75 gr farina
1 cucchiaino di lievito in polvere
1 pizzico di sale
50 gr mandorle pelate
qualche goccia di essenza di mandorla (io non uso questa roba di solito, ma avevo in casa un aroma di mandorla amara da secoli...e così ne ho messe 3 goccine)

Per la copertura:

3 albumi
120 gr zucchero integrale
circa 15 ml di acqua fredda (se usate più zucchero come da ricetta originale, potete usare anche più acqua)
mezzo cucchiaino di cremor tartaro
scaglie di mandorle o mandorle intere pelate

Montate le uova intere con lo zucchero con una frusta elettrica per almeno 5 minuti con santa pazienza, finchè il composto non sarà diventato molto gonfio e abbastanza cremoso, quasi sodo. Riducete le mandorle in polvere con il mixer e aggiungetele alle uova montate, insieme agli altri ingredienti. Date ancora una montatina per assicurarvi che sia tutto ben amalgamato. Mettete l'impasto in uno stampo da plum cake (o quel che volete, no troppo grosso perchè è importante che si sviluppi in altezza) rivestito di carta da forno. Cuocete in forno a fuoco medio per una ventina di minuti (dipende dal vostro forno: dovrà diventare di un colorino chiaro se usate lo zucchero bianco, e invece di un colore dorato intenso(marroncino) se usate il mascobado.Fate raffreddare bene la torta fuori dallo stampo.
Nel frattempo preparate la crema di copertura.
Battete con la frusta elettrica gli albumi con lo zucchero, il cremor tartaro e l'acqua (io evito il sale con gli albumi perchè rende instabile la meringa). Montate a lungo, 10 minuti circa,  solito trucchetto degli chef per capire se è pronto: vi rovesciate la cuffia sulla zucca e se non vi dovete infilare di corsa sotto la doccia significa che non è caduto manco un peletto di albume. Insomma, gli albumi sono davvero SODI.
A questo punto tagliate la torta in tre dischi (vabbè tre rettangoli) e "incollate" uno strato all'altro con una dose abbondante di crema, sopra alla quale sparpaglierete qualche scaglia di mandorla. Coprite l'ultimo livello di torta con la crema e poi, se gradite, spolverizzate con mandorle a scaglie o, come ho fatto io, con un mix di spezie e profumi per dolci (in secondo piano nella foto qui sotto): l'ho trovato in un negozio di alimenti naturali, dentro ci sono petali di rosa, fragola in polvere, pepe rosa, pezzetti di lampone, coriandolo e vaniglia - tutto essiccato, mix profumatissimo e ottimo. Tenete in frigo almeno almeno un 'ora (meglio se più a lungo). Buon appetito!


almond layer2

Aggiornamento: la foto non l'ho fatta perchè ho dimenticato la macchina a casa, ma la torta è venuta proprio carina in forma rettangolare, tre strati ricoperti di copertura bianca. Però, come capirete dal fatto che ho scritto "copertura bianca", ho provato a fare la versione "torta grande" con lo zucchero bianco anzichè con il mascobado, e....a detta di tutti non c'è paragone, è molto più buona con lo zucchero scuro. Con quello bianco resta più "anonima", a nostro parere...Inoltre se dovessi rifarla, aggiungerei un tocco di cardamomo nell'impasto...

mercoledì 16 marzo 2011

Insalata di carote - Turchia style

insalata carote turca

Anni fa ho lavorato circa 6 mesi in Turchia come cuoca sullo yacht di un personaggio turco piuttosto conosciuto (in Turchia, per lo meno...). Il quale aveva espressamente chiesto la presenza a bordo di una cuoca italiana. Quindi ho immaginato che fosse un appassionato di cucina italiana, giusto?
beh giusto, però poi alla fin fine.....capisco anche che per 6 mesi uno non voglia mangiare sempre "esotico".  Un'altra volta mi è capitato con una coppia di inglesi, che mi chiedessero un tocco di tradizionalità british alle pietanze....volevano il Sunday Roast e via dicendo...ricordo giorni di affannosa documentazione per imparare a preparare, nel giro di un paio d'ore, degli ottimi yorkshire pudding e altro...che stress! :D
Andò a finire in modo alquanto simile con i turchi di cui sopra (con la differenza che la cucina turca è parecchio varia, sana e buona). Ovvero finì che, stanchi di "esotismo" (quello italiano della sottoscritta), mi mandarono a bottega in un hotel a 5 stelle, dallo chef capo che avrebbe dovuto insegnarmi i segreti della cucina turca. E così fece.... Ne ricavai l'impressione che nonostante le 5 stelle, in quell'albergo si mangiasse roba perfino troppo semplice.
La cucina turca è semplice...molto semplice, rispetto alla nostra o ad altre come la francese o la spagnola.
E un ingrediente spesso presente è lo yogurt, MOLTO ma MOLTO più denso di quello greco, per intenderci se quello greco è una specie di mascarpone morbido, quello turco si può mangiare tranquillamente con la forchetta, ed è di una bontà MOSTRUOSA. Credo di aver mangiato per 6 mesi solo tzatzichi fresco per pranzo, preparato tutti i giorni con QUELLO yogurt lì.....ah che bel ricordo :)))))
Comunque:
ho letto in rete che esistono versioni di questa ricetta con le carote fritte...
Beh che vi devo dire: Mister Turkish Chef mi ha mostrato la versione con le carote crude, e io quella vi lascio, dato che è molto più leggera e .....per me è veramente buona. A questo punto il dubbio mi resterà....carote fritte o no? forse nella ricetta tradizionale sì, a giudicare almeno dalle ricette in giro sul web....ma io non le friggo per una questione calorica e anche perchè in fondo mi sono state passate così dal Mister, ora la palla passa a voi - anzi, la carota

insalata carote turche

INGREDIENTI:

7-8 carote
1 vasetto di yogurt bianco, intero o magro (l'importante è che sia il più solido possibile, quindi meglio se greco. Se no, mettetelo a scolare in un panno sopra una ciotola per almeno 6 ore, in modo che diventi più denso) (se volete rendere la ricetta vegan, usate yogurt di soya)
1 cucchiaino di semi di cumino
il succo di mezzo limone
1 spicchio di aglio (se vi piace, anche 2)
1 cucchiaio di olio
sale
prezzemolo (facoltativo)

Grattuggiate le carote e conditele con l'olio e il limone, aggiungete l'aglio ben schiacciato e ridotto in purea, lo yogurt e i semi di cumino, salate a piacere. Mescolate bene e tenete a marinare per alcune ore in frigo. Aggiungete prezzemolo a piacere e....buon appetito!

martedì 15 marzo 2011

Cuoricini di chiffon e Chiffon Cake della Susy

chiffon>cuoricini chiffo

Eccomi tornata da Londra.....tante impressioni, tante notizie raccolte e ascoltate....sicuramente ho apprezzato di più la città di quanto non avessi fatto 15 anni e passa or sono, quando mi fermai lassù qualche mese per lavoricchiare in una catena di fast food (IO!!!).
Da un certo punto di vista Londra mi appare come un luogo dove si sono realizzati alcuni "ideali" di tolleranza, convivenza e civiltà - come altro descrivere un posto dove l'ultima notizia letta sul giornale è stata la causa vinta da una donna (per una cifra con molti zeri di risarcimento) per essere stata discriminata sul lavoro per via della maternità? e come altro descrivere un posto dove ai bambini della scuola materna si insegnano frasi in inglese tipo "he loves her/him", stando bene attenti a non esercitare alcun tipo di pregiudizio nel proprio insegnamento? o dove, se perdi il lavoro o la salute, lo stato ti aiuta in ogni modo possibile e immaginabile, modi in ogni caso inconcepibili per noi? Mah, mi sa che dovrò proprio farci un pensierino....! :)
Intanto però preannuncio che mi sono impossessata di un libro (un tantino vintage) di dolci (e non solo) very english: Ok ok, confesso che in realtà non lo posseggo esattamente, diciamo che l'ho "fotografato" pagina dopo pagina a casa degli amici che mi hanno ospitata, mentre loro erano in bagno io "microfilmavo" veloce e silenziosa i preziosi fogli manco fossi una spia del KGB degli anni frrrrreddi che clicca spasmodicamente su progetti di armi nucleari... Comunque insomma trattasi di un bel librettino, di quelli che si facevano una volta, con le torte non tanto perfette (come invece si tendono a fare oggi,  tra l'altro il mio moroso sostiene che fanno venire voglia di fotografarle ma assolutamente non di mangiarle, specie se colorate di colori improbabili....mah io invece me le magnerei pure ma vabbè) ecco dicevo, torte non tanto perfette ma da sdilinquimento godereccio, e quindi prossimamente (dieta permettendo....) ne vedremo delle belle...anzi, delle buone.
Durante la permanenza a London mi sono sbafata questo mondo e quell'altro, manco a dirlo. Spesso la mattina, a furia di camminare come una peripatetica per la città, più che di un calo di zuccheri soffrivo di "cali di frittura", piccoli disturbi che vengono tipicamente a Londra passando davanti ai negozi di fish & chips o davanti ai negozietti di delikatessen indiane - pakora e samosa tanto per dire. Si cura ingollando prontamente un frittino di qualsiasi tipo, et voilà, i sintomi passano immantinente. Ovviamente, dato che il calo di frittura può avere conseguenze mica banali se non "preso in tempo" (malumore, insofferenza, stanchezza e gorgoglii della panza fastidiosi per chi vi sta vicino), va assolutamente assecondato il bisogno fisiologico di fritturame, e io, come dubitarne, l'ho assecondato ampiamente....arghhhh.
Ho fatto anche un saltino da Laduree, giusto per dare l'ultima chance ai macarons che mi hanno sempre piuttosto disgustato (sì, lo so che sembra una espressione forte per i macaron di cui sicuramente anche voi andate pazzi, ma visto che ormai dilaga la macaron-mania, io pure contagiata ho provato tante volte ad assaggiarli, ma tutte le volte che li ho assaggiati mi sono ritrovata a sputacchiarli e a sciacquarmi la bocca nauseata da cotanta dolcezza stucchevolissima, quindi che vi devo dire....non mi piacciono proprio).
E così da Laduree ne ho provati solo due: quello alla rosa e quello al caramello salato. Il secondo non mi ha stuccato ma l'ho finito a forza, non mi è piaciuto.....il primo invece mi ha fatto fare pace col concetto del macaron, mi ha deliziata, quelle harmonie! ho provato anche un altro dolcetto di Laduree, una fetta di torta che però, seppure ottima, non mi ha deliziata altrettanto. Mah, sarà che mi sto disintossicando dallo zucchero?
NAAAAAAAAA, non diciamo eresie....e questa tortuzza ve lo confermerà!
Ricetta della Susy, genio pasticcero conosciuto online che spero di incontrare presto perchè mi dovrà (si mi DOVRAI :P) insegnare i segreti della pdz! eh sì, perchè a London mi sono imbattuta, per caso LO GIURO, in un negozietto piccolo ma strapieno di robette per fare torte, tortine, cupcakes, pieno di strumenti per creare, colorare, ritagliare ogni forma di pdz (pasta di zucchero) e pasta di mandorle in ogni foggia possibile...
E io ci sono cascata, e mi sono comprata qualche attrezzino e qualche colorante...
Mi ha colpito il fatto che sulle confezioni di colorante ci sia scritto che "può causare problemi di attenzione nei bambini"....da noi queste scritte non ci sono! mumble...
Detto questo, anche se non sono più bambina da un pezzo, proverò a fare le decorazioni e poi non le mangerò, vabbuòn? : === )))

INGREDIENTI:

285 g di farina
300 g di zucchero fine
6 uova grandi separate (se ne avete aggiungere pure qualche albume in più)
195 ml di acqua
120 g di olio di semi
1 bustina di lievito
1 bustina (8 grammi) di cremor tartaro (si trova anche in farmacia col nome di potassio tartrato o tartrato acido di potassio)
pizzico di sale
la scorza di 1 limone
i semi di una bacca di vaniglia o in alternativa 1 cucchiaino di estratto o aroma di vaniglia

E qui copio e incollo dalla maestra Susy:

"Preriscaldare il forno a 160°.
Setacciare in una grossa ciotola farina, zucchero, lievito e sale, fare un buco nel mezzo e aggiungere tuorli, acqua, olio, scorza di limone, vaniglia. Lasciare da parte senza amalgamare.
Montare a neve fermissima gli albumi con il cremor tartaro. Riprendere la ciotola con gli altri ingredienti e amalgamare con lo sbattitore elettrico fino ad ottenere un composto cremoso liscio ed omogeneo.
Unire al composto gli albumi montati in 2-3 volte avendo cura di nn smontarli mescolando dal basso verso l'alto lentamente ma benissimo! Versare nella tortiera e cuocere nel forno NON VENTILATO per 50 minuti a 160° e altri 10 minuti a 170°.

Questa è la ricetta, vanno fatte alcune precisazioni.
Per fare lo chiffon cake come si deve (o si dovrebbe) ovvero per avere un mostro alto anche 15 cm (!) bisognerebbe avere lo stampo originale in alluminio col foro al centro e coi piedini per poterlo capovolgere subito dopo la cottura e fino al raffreddamento completo per far sì che tutta l'umidità fuoriesca senza che il dolce si ammosci e diventi gnucco e pesante (come si fa col panettone).Con qualche accortezza si può fare anche in una normale tortiera. Lo stampo originale (o comunque qualsiasi altra tortiera si usi per questo dolce) dev'essere in alluminio e non va nè imburrato nè infarinato proprio per evitare che la torta si stacchi dal recipiente quando la si scaravolta x farla raffreddare. Il problema , con una tortiera "normale" è poi staccarlo dal fondo! Si perchè lo stampo originale ha il fondo amovibile e rende tutto più semplice!
Per ovviare all'inconveniente io faccio così: uso una tortiera di acciaio (non antiaderente quindi) col bordo a cerniera e fodero il solo fondo con la carta forno mentre lascio che la torta si attacchi al bordo. Quando è cotta la giro subito a testa in giù su una gratella x far freddare i dolci (ma va benissimo anche la griglia del forno tenuta sollevata dal piano in qualche modo). Quando è intiepidita, maneggiabile, la giro di nuovo passo tutto intorno al bordo con un coltello o una spatola x staccarlo, tolgo il cerchio e metto di nuovo la torta a testa in giù sulla gratella, tolgo infine il fondo della tortiera e la carta forno e lascio raffreddare completamente.
Se poi si dispone solo del classico stampo antiaderente, bè si staccherà prima , l'importante è liberarla a questo punto il prima possibile dallo stampo in modo da farle disperdere tutta l'umidità in fretta!"

Cara Susy.....io ho fatto lo chiffon a Londra con una bilancia un po' così....che segna il mezzo chilo, figurati i 295 gr :D :D :D però non mi lamento e il risultato mi è piaciuto asssaiiiiii!
consiglio a tutti di provare questa delizia, perchè come dice Susy "se la provate non la mollerete più, assicurato! E' di una bontà e una morbidezza imbattibili".

Io, visto che c'era troppo impasto per la tortierina a disposizione, ho fatto anche delle mini chiffon (o schiffon che dir si voglia, ma sono buone a dispetto del nome :D) che sono venute bene comunque, anche se non altissime.Ah ovviamente la chiffon cake è ottima così, ma si può anche farcire come più vi aggrada!
Buon appetito!

domenica 6 marzo 2011

Porri all'arancia (Cennin mewn Saws Oren)

lporri arance


Sto per partire per London una settimana quindi il blog "chiude per ferie" e ci sentiremo a metà mese!!! come al solito ho preparato il mio bagaglio da viaggio con 2 cose in croce e 1 borsa pesante a tracolla per la macchina fotografica e gli obiettivi, è sempre la parte più pesante del bagaglio :)
Vi lascio con una ricetta "celtica", giusto per restare in tema anglosassone visto che è originaria del Galles, molto leggera, semplice e buona.
Prometto di cercare, a Londra, qualcuno che mi confidi qualche segreto inenarrabile di cucina ;) che io vi narrerò prontamente! A presto!!!

porri con arance

INGREDIENTI:

4 porri (compresa la parte verde)
la scorza di mezza arancia non trattata - se vi piace, anche 1 intera, oppure 1 cucchiaino pieno di aroma DAVVERO naturale
il succo di mezza arancia non trattata )
il succo di mezzo limone
25 - 30 gr di farina 
1 tazza da tè di latte (soia o vaccino) 
1 cucchiaino di burro bio (o di soya se volete render la ricetta vegan)
1 cucchiaio di olio evo (concessione personale alla cucina mediterranea ;) )
sale e pepe

Affettate finemente i porri, compresa la parte verde. Metteteli in una padella antiaderente e fateli andare con 1 cucchiaio di olio evo e qualche cucchiaio di acqua. Quando i porri sono diventati più morbidi e quasi del tutto cotti, aggiungete il succo di arancia e fate andare ancora un paio di minuti. Aggiungete la farina, mescolate un minuto poi aggiungete la scorza di arancia fatta a pezzettini (potete anche aggiungere un po' di aroma DAVVERO naturale di arancia, se gradite): Aggiungete a questo punto il latte piano piano (così potrete controllare la consistenza e fermarvi se vi sembra troppo liquida) per formare una specie di besciamellina intorno ai porri, cuocete per qualche minuto ancora. Spegnete, aggiungete a crudo il succo di limone, il cucchiaino di burro, sale e pepe e servite. Buon appetito!

sabato 5 marzo 2011

Polpettine di pesce azzurro e carciofi al profumo di arancia con salsa ai capperi, yogurt e dragoncello

polpette carciofi acciughe

Un carciofo in frigo, poca ricotta e dei pesciolini azzurri come al solito comprati dal pescatore e quindi non so dirvi come si chiamino....però metto la foto qui sotto così magari mi potete aiutare: c'erano sicuramente delle alici o acciugone (direi il pesce più in basso), mentre quello più in alto...boh

pesciolini

In ogni caso, non avendo voglia di mangiarli sputacchiando lische ogni tre per due, ho deciso che li avrei puliti una volta per tutte riducendoli in bricioline di polpa, per poi farne delle polpette per l'appunto. Quindi ho messo in padella ad arrostire i pesciolini e li ho puliti e sbriciolati....peso totale 200 gr precisi precisi (erano circa 8 pesciolini, mi pare).

polpettine carciofi pesce azzurro

Ah, provo a partecipare al mio primo contest....! Quello di Fabiana, ecco qui il link: http://fabianadelnero.blogspot.com/2011/02/100-originalil-mio-contest.html
e questo è il banner, SE l'ho inserito correttamente....
banner fabiana

INGREDIENTI:

200 gr pesciolini azzurri arrostiti e già puliti e diliscati (ridotti in bricioline)
2 spicchi di aglio
2 uova
2 cucchiai di ricotta (facoltativo)
2 carciofi
circa 100 gr pangrattato + quello necessario per impanare le polpette
1 cucchiaio dragoncello essiccato
1/2 cucchiaino maggiorana
1 cucchiaino raso di aroma DAVVERO naturale di arancia (o scorza di mezza arancia non trattata)
1/2 cucchiaino di noce moscata

Per la salsa:
1 vasetto di yogurt bio intero
1 manciata abbondante di capperi
1 spicchio di aglio
1 cucchiaino di dragoncello essiccato
1 cucchiaino di olio

Far bollire i carciofi puliti, e quando sono morbidi strizzarli bene e frullarli (con 2 cucchiaiate di ricotta magra, se avete scelto di usarla; io ho preparato un po' di polpette con la ricotta e un po' senza, sono ottime in entrambe le versioni, la ricotta ammorbidisce solo un pochino).
Unire in una ciotola le briciole di pesce (lo avrete ridotto in briciole mano a mano che l'avrete pulito delle lischette minuscole!), la purea di carciofi, l'aglio sminuzzato, le 2 uova, le erbette , l'aroma di arancia fatto come spiegato qui o la scorza di mezza arancia a pezzettini, la noce moscata e circa un etto di pangrattato (ma mettetene solo metà, e poi aggiungete cucchiaio dopo cucchiaio il resto in modo da tenere sotto controllo la consistenza, che deve essere abbastanza soda ma non dura). Con il minipimer frullate il tutto. Formate delle biglie con l'impasto e passatele nel pangrattato. Mettetele in forno per 20 minuti a 200° rigirandole dopo 10 minuti, oppure se non siete a dieta friggelete in abbondante olio caldo :-)
Per la salsa:
frullate tutti gli ingredienti, poi prendete una polpettina con le dita e intingetela nella salsina, e ingollate. Buon appetito!









mercoledì 2 marzo 2011

Zuppa saporita alla paprika con cannellini e cavolo nero (al moscardino errante)

zuppa cavolo nero cannellini


Quella che vedete nella foto è curcuma in radice, comprata in Marocco l'anno scorso in grande quantità (mi basterà per i prossimi dieci anni, suppongo...io sono sempre un tantino esagerata! :))
Inutile dire che è molto più profumata di quella già macinata che potete trovare normalmente nei negozietti cinesi o arabi, ma secondo me, a indagare e a chiedere con interesse, si potrebbero scovare commercianti in grado di vendervene un pochetto in forma di radice....merita. Sennò, non vi preoccupate e continuate a usare tranquillamente quella in polvere - io l'ho usata sempre prima dell'anno scorso e mi è sempre parsa buonissima, e LO E'. La curcuma, oltre a dare un colore giallo vivo a qualsiasi piatto (e anche alle vostre dita!) ha molte proprietà benefiche: ho recentemente letto in un libro di un medico (tal David Servan-Schreiber) che sembra avere proprietà antitumorali, in particolare abbinata al pepe (e al di là di ciò, è un accoppiamento vincente per il sapore!). Pare inoltre che sia un naturale fluidificante del sangue, prevenga le cardiopatie e diminuisca il colesterolo..
Mah, io dico che al di là di tutto E' BBONA! sta benissimo nei piatti salati e nei dolci (che ultimamente latitano nel mio blog, lo so....).

Parlo tanto della curcuma quando invece l'ingrediente principale di questa zuppa è la PAPRIKA!
Fondamentalmente la paprika è...peperone essiccato e macinato. Potete farla in casa, mettendo dei peperoni rossi (meglio se oblunghi e piccoli, non piccanti....non sono facilissimi da trovare!) in forno a calore basso finchè non siano sbriciolabili. Li passate nel mixer e vi ritrovate con una polvere rossa deliziosa! In alternativa, usate (come me per questa ricetta) la paprika ungherese, che ho comprato a Budapest, è eccezionale - dolce e più saporita di quella che si trova qui, e dal colore decisamente rosso. Ma qualsiasi paprika di vostro gusto andrà bene....la paprika in sè è sempre deliziosa!

Questa ricetta è fondamentalmente una zuppa di paprika con cannellini e cavolo nero, o meglio questa è l'idea originale di fondo.... a cui ho aggiunto, in un momento di follia, un moscardino a bollire che ha insaporito il tutto. E che è andato poi ad arricchire la zuppa, in piccoli pezzettini. E' buonissima.....una delle più buone mai fatte. E dire che di zuppe me ne intendo eh....visto che ne preparo spessissimo! Ma potete anche tranquillamente evitare l'incursione moscardinica nella zuppa, e verrà ottima ugualmente!
Il lievito a scaglie qui ci sta proooooprio bene!
(ps. a furia di parlare di paprika, mi è venuta voglia di usarla più spesso, mi sa che una delle prossime ricette sarà ungherese e a base di paprika...ricetta original dei miei amici di Budapest di Couchsurfing....)

zuppa canellini cavolo nero1

INGREDIENTI:

250 gr fagioli cannellini secchi (già ammollati)
300 gr cavolo nero
1 cipolla
1 spicchio di aglio
1 moscardino grande o due piccoli  (facoltativo, dipende se volete rendere la ricetta vegana e vegetariana, non e' essenziale)
2 cucchiai pieni di paprika dolce ungherese
1 cucchiaio di salvia essiccata
1 cucchiaino raso di curcuma grattuggiata (o già in polvere)
5 grani di pepe pestati
2 cucchiai abbondanti di lievito in scaglie (o formaggio grattuggiato)
2 cucchiai di olio 

per un piatto unico:
80 gr di kamut (o altro cereale: riso integrale, avena, farro  - a scelta)


Fare appassire la cipolla e l'aglio tritati con un cucchiaio di olio e qualche cucchiaio di acqua. Aggiungere le spezie e lasciarle scaldare per far sprigionare il loro profumo. Aggiungere poi il cavolo nero spezzettato grossolanamente, i fagioli e le altre spezie, coprendo poi con abbondante acqua. Se optate per l'aggiunta moscardinica, aggiungete il moscardino. Se avete la pentola a pressione, calcolate circa una quarantina di minuti dal fischio, altrimenti tenete sul fuoco un'oretta. Condite con un cucchiaio di olio a crudo e i 2 cucchiai di lievito in scaglie (o grana grattuggiato). Aggiungete il cereale lessato al vostro piatto. Se avete optato per la moscardinizzazione della zuppa, tagliate il moscardino a pezzettini e godetevelo sopra il piatto. Buon appetito!







martedì 1 marzo 2011

Polpette con zucca e pesce azzurro al timo e pomodoro

polpette zucca e pesce al sugo


polpette zucca alici in bianco


Ecco qui la terza e ultima (per ora....) ricetta con la zuccona che avevo in solaio :) Ho scartabellato ben bene il web alla ricerca di ricette che unissero la zucca con il pesce azzurro, per provare a veganizzare con soia e alghe, embè, non ne ho trovata manco una che non fosse zuppa o similia, certo non polpette (può essere che non abbia cercato con dovizia eh), e mi sono chiesta: ci sarà un perchè? forse "non mi devo osare" perchè l'accoppiamento zucca e alghe (per i non veg il pesce azzurro) fa schifu?
Ma io "mi sono osata" lo stesso, manco a dirlo. E il risultato mi ha più che soddisfatta!


INGREDIENTI:

circa 250 - 300 gr di zucca già cotta (sotto vi dico come, più o meno come qui con salvia, rosmarino, cannella, coriandolo, pepe, curcuma, in proporzioni variabili)
qualche foglia di cavolo nero o radicchio rosso
circa 250 - 300 gr di granulare di soia
1 tazza di alghe sbriciolate e rinvenute in padella
1 cucchiaio di timo essiccato
2 cucchiai di formaggio grattuggiato o lievito in scaglie
1 bottiglia di passata di pomodoro
1 cipolla
2 spicchi di aglio
2 cucchiai di olio
2 panini vecchi (duri...) circa 160 gr
pangrattato q.b.

Cuocete la zucca in pezzi (manco sto a ripetere che se è bio, potete usare la buccia e i semi, vero? :D) in una casseruola con qualche cucchiaiata di acqua, qualche foglia di cavolo nero o di radicchio rosso (ce controbilanci la zucca) e le spezie in proporzioni variabili a gusto (tranne il timo). Coprite la casseruola con un panno e sopra al panno mettete il coperchio, manterrà il vapore all'interno della pentola. Dopo 10-15 minuti controllate e se è morbida, toglietela dal fuoco e schiacciatela con una forchetta (o con san minipimer).
Aggiungete al composto di zucca la soia reidratata in brodo come da istruzioni e le alghe rinvenute in acqua, rimettete il tutto sul fuoco per qualche minuto mescolando,per 1 quarto d ora almeno.
Ammollate il pane per qualche minuto in acqua (o latte, se preferite) e poi strizzatelo e sminuzzatelo sopra al composto. Aggiungete le due cucchiaiate di formaggio grattuggiato o di lievito, le due uova e i due spicchi di aglio ben tritati. Se il composto dovesse essere troppo molle, aggiungete qualche cucchiaiata di pangrattato.
Formate delle polpette con le mani bagnate, e passatele nel pangrattato. Adagiatele su un foglio di carta da forno e cuocete a forno caldo per mezz'oretta, forno a circa 200°.
polpette zucca alici
Nel frattempo tagliate a cubettini la cipolla e fatela passare con un cucchiaio di olio e un paio di cucchiai di acqua, aggiungete la bottiglia di passato di pomodoro e il cucchiaio di timo essiccato, e fate consumare bene. Niente zucchero in questo sughetto, perchè a mio parere l'acidulo del pomodoro qui ci sta benissimo e si sposa bene col dolciastro della zucca.
Quando le polpette sono cotte e dorate in superficie, toglietele dal forno e servitele ricoperte di sugo (come nella prima foto) o col sugo a parte (come nella seconda foto, e devo dire che preferisco questa versione).
Ne ho mangiate anche accompagnate con una fresca salsina fatta con yogurt denso bianco, pezzetti di cipolla rossa e un po' di olio e sale, buonissimo!